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Decreto
di Venerabilità 

Annuncio decreto di Venerabilità
Città del Vaticano, mercoledì, 15 novembre 2006

Questo mercoledì, nella Cappella della Comunità Salesiana del Vaticano, il Cardinale Prefetto José A. Saraiva Martins ha dato lettura del Decreto che riconosce l’eroicità della vita e delle virtù di Mamma Margherita (1788-1856) – madre di san Giovanni Bosco –, nonché la fama della sua santità. Erano presenti il Rettor Maggiore dei Salesiani, Don Pascual Chávez, il Postulatore Generale, don Enrico dal Covolo, il Prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana, don Raffaele Farina, il Direttore Generale della Tipografia Vaticana, don Elio Torrigiani, e i Confratelli della Comunità. Al termine della lettura il Segretario di Stato, il Cardinale Tarcisio Bertone, ha portato il suo saluto e la sua benedizione. Il 23 ottobre scorso la Congregazione delle Cause dei Santi, su invito del Papa Benedetto XVI, aveva promulgato il Decreto. Al termine delle breve e sentita cerimonia il Rettor Maggiore ha dichiarato: È una giornata memorabile per la Famiglia Salesiana che vede Mamma Margherita fare un passo in più verso gli altari. È un evento atteso da tempo da tutto il mondo salesiano e al quale si è preparato realizzando molte iniziative in onore della mamma di Don Bosco”. Tra le tante merita attenzione l’Associazione Mamma Margherita – incoraggiata dallo stesso Rettor Maggiore – che riunisce i genitori dei Salesiani invitandoli alla preghiere e all’incoraggiamento per la vocazione dei propri figli”, ha ricordato. “Ci affidiamo a lei perché interceda per tutta la Famiglia Salesiana e per la Congregazione che si appresta a celebrare il Capitolo Generale 26 nel 2008”, ha affermato poi il porporato. “Mamma Margherita”, come viene chiamata dai salesiani, è nata il 1° aprile 1788 a Capriglio (AT), e nello stesso giorno è stata battezzata nella chiesa parrocchiale. E’ rimasta in questo paesino fino al matrimonio, celebrato con Francesco Bosco. Secondo una biografia redatta dai salesiani, alla prematura morte del marito, la ventinovenne Margherita si trova ad affrontare da sola la conduzione della famiglia in un momento di grande carestia, ad assistere la mamma di Francesco e suo figlio Antonio; poi a educare i suoi figli Giuseppe e Giovanni. Donna forte, dalle idee chiare, determinata nelle scelte, con un regime di vita sobrio, nell’educazione cristiana è severa, dolce e ragionevole. Cresce tre ragazzi dal temperamento molto diverso: ma non livella e non mortifica nessuno. Costretta a fare scelte talvolta drammatiche (come l’allontanamento da casa del figlio minore per non rompere la pace e per farlo studiare), asseconda con fede, saggezza e coraggio le propensioni dei figli aiutandoli a crescere nella generosità e nella intraprendenza. Accompagna con particolare amore Giovanni fino al sacerdozio e poi, lasciando la cara casetta del Colle, lo segue nella sua missione tra i giovani poveri e abbandonati di Torino. Qui per dieci anni, la sua vita si confonde con quella del figlio e con gli inizi dell’Opera salesiana: è la prima e principale Cooperatrice di don Bosco; con bontà fattiva diventa l’elemento materno del sistema preventivo; è, senza saperlo, “confondatrice” della Famiglia salesiana che crea santi come Domenico Savio e Don Rua. Illetterata, ma piena di quella sapienza che viene dall’alto, è stata l’aiuto per tanti poveri ragazzi della strada, figli di nessuno; ha messo Dio prima di tutto, consumandosi per Lui in una vita di povertà, di preghiera e di sacrificio. E’ morta a 68 anni, a Torino, il 26 novembre del 1856.

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Decreto di Venerabilità

CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM

TAURINENSIS

BEATIFICATIONIS et CANONIZATIONIS

SERVAE DEI

MARGARITAE OCCHIENA vid. BOSCO

MATRISFAMILIAS

(1788-1856)

DECRETUM SUPER VIRTUTIBUS 

“Una donna perfetta chi potrà trovarla? Ben superiore alle perle è il suo valore... I suoi figli sorgono a proclamarla beata” (Proverbi 31, 10.28). Sono trascorsi ormai 150 anni da quando Margherita Occhiena morì nella sua umile stanza di Torino-Valdocco. Ci fu un compianto sincero da parte dei salesiani e dei giovani, che l’avevano amata come si ama una mamma. Questa donna si era talmente donata a loro, da far esclamare coralmente: “Era una santa!”. Tra i primi a dirlo fu proprio Don Giovanni Bosco, il suo figlio santo, che nel giudicarla andava oltre i vincoli del sangue. E fu subito una convinzione comune, non solo nella cerchia dell’Oratorio, ma anche al di fuori di esso. Margherita Occhiena era nata a Capriglio, in provincia di Asti, il 1° aprile 1788. Il giorno stesso della sua nascita fu battezzata nella chiesa parrocchiale. Restò nel suo paese fino al matrimonio, celebrato con Francesco Bosco, che era rimasto vedovo all’età di 27 anni. Con lui si trasferì ai Becchi, una frazione di Castelnuovo d’Asti.Alla morte prematura del marito, Margherita si trovò ad affrontare da sola la conduzione della famiglia in un momento di grave carestia. Aveva nella sua casa la mamma di Francesco, paralizzata e bisognosa di cure; Antonio, figlio delle prime nozze di Francesco; e i suoi due figli, Giuseppe e Giovanni (il futuro Don Bosco).Donna forte e sapiente, giusta e ferma nelle sue scelte, Margherita conduce un regime di vita sobrio e temperante. Nell’educazione cristiana dei figli è severa, dolce e ragionevole. Fa crescere così tre ragazzi dal carattere molto diverso: ma non livella e non mortifica nessuno. Costretta ad operare scelte talora drammatiche – come l’allontanamento da casa del figlio minore per salvare la pace in famiglia e per consentirgli di studiare –, asseconda con fede e speranza le propensioni dei figli, aiutandoli a crescere nella generosità e nell’intraprendenza. Accompagna con amore Giovanni fino al sacerdozio e poi, lasciando la cara casetta dei Becchi, lo segue tra i giovani poveri e abbandonati di Torino. Qui per dieci anni (gli ultimi della sua vita) Margherita si dedica senza risparmio alla missione di Don Bosco e agli inizi della sua opera. E’ la prima e principale cooperatrice salesiana; la sua carità operosa diventa l’ispirazione materna del sistema preventivo; è vera confondatrice della Famiglia salesiana, contribuendo a educare figli santi come Domenico Savio e Michele Rua.Illetterata, ma piena di quella sapienza che viene dall’alto, è l’aiuto di tanti poveri ragazzi della strada, figli di nessuno. Mette sempre Dio al primo posto, consumandosi per lui in una vita di povertà, di preghiera e di sacrificio.Muore a 68 anni, il 25 novembre 1856. L’accompagnano al cimitero tanti ragazzi, che la piangono come si piange una mamma. In definitiva, la grazia di Dio e l’esercizio delle virtù hanno fatto di Margherita Occhiena una madre eroica, un’educatrice saggia e una buona consigliera del nascente carisma salesiano. E’ una persona semplice Mamma Margherita, eppure essa fa parte di quella aristocrazia spirituale, che brilla nello straordinario numero di mamme sante che vivono alla presenza di Dio e in Dio, con una unione fatta di silenziose invocazioni pressoché continue.Si dimentica spesso ciò che è più semplice. La “cosa più semplice” che Mamma Margherita continua a ripetere con l’esempio della sua vita è questa: che la santità è a portata di mano, è per tutti, e si attua nell’ubbidienza fedele alla vocazione specifica che il Signore affida a ciascuno di noi.La santità, ha scritto il Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, è la “misura alta della vita cristiana ordinaria” (Lettera Apostolica Novo millennio ineunte, 31): della vita di ogni giorno, apparentemente banale come le montagne di biancheria che Margherita rammendava e rassettava nelle sue operose giornate.Mamma Margherita ci insegna che si può e si deve “puntare in alto” con coraggio. Le piccole cose di ogni giorno sono la via della santità. L’Inchiesta diocesana sulla fama di santità fu aperta a Torino nel 1995. I relativi Atti giunsero alla Congregazione delle Cause dei Santi nel 1996. La Positio super virtutibus fu consegnata nell’anno 2000, e nel medesimo anno superò a pieni voti l’esame dei Periti storici. Il 26 maggio 2006 il Congresso Peculiare dei Periti teologi sull’eroicità delle virtù espresse la sua unanime approvazione. Infine i Padri Cardinali e i Vescovi, radunati nella Sessione Ordinaria il 17 ottobre dello stesso anno – essendo Ponente della Causa l’Eccellentissimo Mons. Salvatore Boccaccio, Vescovo diFrosinone - Veroli - Ferentino – hanno riconosciuto che la Serva di Dio coltivò in grado eroico le virtù teologali, cardinali, e quelle annesse. Il sottoscritto cardinale Prefetto ha poi svolto un’accurata relazione di tutte queste cose al Sommo Pontefice Benedetto XVI. Sua Santità, accogliendo e ratificando i voti della Congregazione delle Cause dei Santi, ha dichiarato nella giornata di oggi: Consta che la Serva di Dio Margherita Occhiena vedova Bosco, madre di famiglia, abbia esercitato in grado eroico le virtù teologali della Fede, della Speranza e della Carità, sia verso Dio sia verso il prossimo, nonché le virtù cardinali della Prudenza, della Giustizia e della Temperanza, e le altre virtù, a questeannesse.Il Sommo Pontefice ha raccomandato che questo decreto venisse pubblicato e che venisse raccolto negli atti della Congregazione delle Cause dei Santi.  

Dato a Roma, il 23 Ottobre 2006

José Card. Saraiva Martins

Prefetto

  

+ Edoardo NowakArcivescovo Tit. di Luni

Segretario

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